04/04/95

Don Tito

o anche

Un uomo-enciclopedia affronta la morte con orgoglio (e pesce secco).

 

Don Tito mi cerca già da settimane. Oggi sono entrato nella piazza del porto con tutto il mio bagaglio di pesce secco e orgoglio bene in vista. Sapevo di essere squadrato, ma sapevo anche di essere molto più bravo ad osservare della maggior parte di questi marinai asciutti e cagneschi che eseguono gesti meccanici nel porto di un paese che non hanno visto mai. Io invece, mentre entro nel porto, vedo la terrazza dell’uliveto di Don Tito, i pali di legno bianchi e blu di Don Tito, e i panni neri stesi alle finestre di Don Tito, da dove le donne di Don Tito lanciano sguardi atterriti agli stranieri, e mostrano per brevi, felici istanti, la pelle bianca dei loro avambracci. Già da tempo hanno smesso di guardare me, sia chiaro: ad ogni ondata che si spacca laggiù sugli scogli neri, se ne va un poco della mia gioventù, e un altro poco del mio essere straniero. Ormai in questo paese gli ultimi nati non lo sanno nemmeno, che sono straniero, io. Le mie consonanti suonano un po’ strane solo quando arrivo al settimo bicchiere di Jerez; ne bevevo a litri nella taverna di Don Tito; anche questo vizio l’ho perso ormai da mesi. La mia è una vita da sobrio e dissoluto.

E in effetti mentre fisso l’orizzonte e lascio circolare liberamente l’ossigeno dalle narici al cervello, mi sento insolitamente lucido. E mi pare di saper vedere le cose, stamattina, di saper distinguere l’essenziale dall’accessorio, l’originale dal falsificato; è una giornata lucida e inebriante oggi. Il mare scintilla, le rocce a strapiombo sono ricoperte di quelle cozze gonfie, tenere e sporche che per Santa Genoveffa si vendono agli inglesi di passaggio. Il dubbio è semmai se sia più incosciente da parte mia il venire qui, con tanto di pesce secco e orgoglio addosso, o il restare fermo, come sto facendo, sul selciato a respirare profondamente con gli occhi socchiusi. La coltura dell’olivo e la costruzione di forni all’aria aperta in prossimità dei campi sono caratteristiche delle isole adriatiche chiamate Kvici e Jokan. Il formichiere è un animale molto intelligente. Vincenzo Monti tradusse l’Iliade. Nel corso del 1922 il rublo venne rivalutato.

Tutte cose da sapere, che rischio di scordare, soprattutto se muoio: meglio ripetersele fintanto che posso stare così, in riva al mare, circondato di pesci morti e odore di calce, a respirare. Il cervello va da solo, non c’è neanche bisogno di fare uno sforzo...la Tanzania è vasta quanto tutta la Francia e la penisola iberica, Weber amava definirsi un borghese con coscienza di classe, I Callisauri sono Rettili Diapsidi Lepidosauri Squamati del sottordine Sauri, famiglia Iguanidi.

Don Tito mi cerca? Che mi cerchi, adesso che può trovarmi solo perché io glielo permetto. Che fanno quelle donne all’angolo? Piangono. Piangono e mi guardano; una si strappa addirittura i capelli! Questa stranezza delle donne mi ha sempre dato fastidio. No, non sempre, a volte mi eccitava. Oggi mi risulta del tutto estranea.

Che bella giornata! E’ tutto così chiaro e sereno. Mi pare di sentire odore di basilico. Intorno ai mucchi di mazzancolle e alghe le reti oscillano, e formano gomitoli di forme sempre diverse: si è alzato un po’ di vento. Ma dove sono finiti i marinai? Era pieno di vecchi lucertoloni di mare, fino a poco fa, ne sono sicuro. Fuggiti. Solitudine. Possibile? Come si fa a lasciare il lavoro a metà? Così, in balia della polvere e dei gatti, oggi che è anche giornata buona, mi pare.

"Eh? Hai detto a me?"- dico.
Che faccia triste ha quest’uomo. La parola ‘bungalow’ deriva dall’indostano.

"Idiota."

Io non ho molto da dire a un uomo con la faccia così. Secondo Bevin, è la disoccupazione la causa maggiore della povertà. La parola ‘slogan’ è Gaelica, e significa ‘grido di battaglia’.

"Sei un idiota. Magari pensi che, dopo una vita da idiota, almeno morirai da eroe ucciso da Don Tito di fronte a tutto il paese. Beh, ho una cosa da dirti." – si pulisce una bocca asciutta sul palmo della manica, poi continua, con dolcezza -
"Sei un idiota." - adesso avrà finito. No, non ancora:
"Don Tito ha cose più importanti da fare."

Quest’uomo è agitato! Interessantissimo! E’ agitato: lo dice il contrarsi dei suoi muscoli ,delle palpebre, tutto!

"E sei un idiota a stare zitto. " Sta tirando fuori la pistola. Tutto così prevedibile, mio dio. Invidio i morti dell’anno scorso. Non devono aver subito una scena così ridicolmente prevedibile. La morte tra le fiamme presenta qualche vantaggio dopo tutto.

"Insomma vuoi morire zitto come una mummia?"
Beh, forse ha ragione: qualcosa gli posso anche dire:

"Schönberg sviluppò la propria musica attorno al tema dell’io sconfitto, dell’isolamen..."

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